


Poi ce ne andiamo ad esplorare questo luogo bellissimo, gattopardesco... da sogno.

Infine, sul calar della sera, tutti a casa. Sfiniti, ma assai contenti :-)
Quando si agisce frettolosamente, le cose non vanno nel verso giusto: lo dice la saggezza popolare, lo dicono le maestre a scuola, lo dicono gli assicuratori auto, insomma, è un dato di fatto. A dirla tutta, quando quel pomeriggio mi sono fermata dal primo ambulante incontrato sulla strada, per acquistare un misurino nuovo, sentivo di agire con avventatezza.
Il misurino – mie care, voi lo sapete di certo – è un oggetto che richiede la massima affidabilità. Non è un caso che mia madre abbia e utilizzi lo stesso misurino da 30 anni, quello e solo quello. Pertanto, nell’acquisto, ci si affiderà a riferimenti ben precisi, a case di produzione di esperienza, collaudate, non di certo alla prima bancarella.
Ma, al tempo stesso, se l’acquisto viene effettuato:
1. in un pomeriggio invernale freddo e piovoso;
2. con l’autobus da prendere al volo per tornare a casa dal lavoro;
3. con l’immagine del tuo vecchio amato misurino ridotto in frantumi;
4. con in testa l’idea ossessiva di una torta (accidenti-a-quando-sbircio-il- web-sul-posto-di-lavoro) che ha appena fatto capolino da un blog e che tu hai deciso di fare OGGI! Oggi, e non domani o dopodomani, la voglio fare oggi!
Be’, in questo caso, tu punti quel dannato misurino opalescente sul banco, lo paghi e via, e non c’è niente che possa fermarti.
La ricetta perfetta era semplice e garantiva un risultato fragrante, odoroso e confortante, proprio come piace a me. Già all’impasto ho subodorato il disastro in agguato. Troppo liquido, continuavo a dirmi. Ma, si sa, quando si ha a che fare per la prima volta con una ricetta, la si prende con le pinze. Completato l’impasto e messa la teglia in forno, ho vegliato il dolce per i primi 5’. Poi in preda al diabolico sospetto, ho mostrato indifferenza, come di chi non vuol sapere. E mi sono tenuta impegnata con altro, ripromettendomi di tornare in cucina solo al trillo del timer. Così è stato.
Concedetemi, vi prego, di non descrivervi quello che potremmo definire un magnifico esempio di “sottiletta dolce alle spezie”, c’è un limite anche alla ciofeca. Né descriverò la furia che si è abbattuta sul misurino mendace. Il bieco ingannatore dai numeri messi a caso, è stato declassato ad annaffiatoio per vasi di piccola taglia, in esilio nell’aiuola odorosa.
Al contrario, non vi nascondo che una certa sfrontatezza mi ha spinto comunque a sottoporre la disastrosa “sottiletta dolce alle spezie" all’ignaro Sommy, il quale, a seguito delle sue rimostranze, galantemente limitate alla sola cottura, si è beccato un nonchalantico: “ma è fatto apposta, possibile che tu non lo capisca?” :-)
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.P.s. Occhio agli acquisti frettolosi: non tutti i misurini riescono con la misura!
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Questo post partecipa al Disaster Award, premio indetto dal blog Cuoche dell'altro mondo.
Ciao, Alex.