venerdì 30 maggio 2008

In love with pancakes.















La passione per i pancakes, condivisa dagli ospiti dell'aiuola odorosa, vale bene un post tutto per sé! Perciò carta e penna, è in arrivo la mia ricetta. Dopo averne testate tante, ho trovato quella che mi ha restituito la stessa sensazione - al profumo e al gusto - regalata dagli originali, assaggiati per la prima volta l'agosto del 1997 nella cucina di Brenda a North Plainfield in New Jersey:
(per 10/15 pancakes)
Ingredienti:
300 gr. di farina lievitata per dolci
3 uova intere
1 cucchiaio di zucchero
1/2 litro di latte (su questo ingrediente sono molto esigente: solo latte fresco intero alta qualità)
burro
Preparazione:
Mescolare in una ciotola farina e zucchero.
Unire le uova intere amalgamando il composto con una frusta.
Aggiungere poco alla volta il latte fino ad ottenere una pastella uniforme, piuttosto soda.
Lasciare riposare la pastella per 20 minuti, anche mezz'ora.
Imburrare una padella antiaderente, riscaldare a fiamma media e, utilizzando un mestolino versare lentamente la pastella che prenderà da sé forma circolare. Attendere, appena la pastella comincerà a rapprendersi e a fare piccole bollicine girare dall'altra parte e far cuocere per 1 minuto circa. Noterete che i pancakes acquisteranno morbidezza e spessore.
Procedere fino alla fine della pastella.
Una volta tolti dalla padella i pancakes vanno "impilati" l'uno sull'altro e coperti da un canovaccio man mano che vengono spadellati, in modo da conservarne il profumo...unico per fraganza.
Di solito ne vengono serviti 2 o 3 insieme in un piattino di circonferenza leggermente maggiore dei pancakes.
I miei preferiti, lo avrete intuito, sono allo sciroppo d'acero. Ma se avete dei mirtilli freschi e dello zucchero a velo non perdete l'occasione di assaggiarli sul vostro pancake leggermente imburrato.
Ovviamente esistono anche i pancakes salati... perché no, strepitosi quelli al formaggio ed erba cipollina. Beh, intanto provate questi... tanto abbiamo tempo, no?
Odorosi pancakes a tutti!

mercoledì 28 maggio 2008

La domanda di rito.














Ieri sera sono passata dal bistrot per partecipare alla puntuale degustazione del martedì. Tema della degustazione era un grande vitigno tedesco. Una bellissima serata dal punto di vista enogastronomico, abbinamenti indovinatissimi, atmosfera rilassata ma molto attiva, presentazione delle tre cantine scelte esposta con professionalità e competenza. Insomma, lo ripeto, una bellissima serata.
Se non fosse... se non fosse per un minuscolo sassolino nella scarpa che mi ha infastidito non poco. Questo sassolino ha un nome.
Ovvio.
Femminile.
Stra-ovvio.
E non fa altro che fare gli occhi dolci, battendo ciglia folte, a Sommy. Mi scoccia molto ammetterlo, ma una punta di seccatura circolava nella felice circostanza. Così mi sono lasciata allontanare dalla persistenza e dalla mineralità del vino per constatare che il sassolino, cliente abituale, notoria appassionata del sushi proposto dal bistrot a cui elargisce continui elogi, ha sempre lo sguardo perfettamente in linea con le coordinate spazio di Sommy e che non perde mai occasione per chiedergli questo o quell'altro parere sul vino, sul cibo, su tutto.
Per tastare il terreno e verificare che non si trattasse solo di una mia, personalissima, sensazione ho fatto la domanda di rito. Conoscete la domanda di rito? Noo? Mi spiego meglio: la domanda di rito consiste nel guardare Sommy (o un qualsiasi altro esponente del genere umano maschile) e con aria assolutamente noncurante e disinvolta fare riferimento al sassolino in questione. Senza scendere nei dettagli, senza esagerare nei commenti, semplicemente accennando alla sensazione percepita. Sarà l'interlocutore stesso, inconsapevolmente, a darci la certezza che non ci siamo fatte un film o viceversa. Esempio pratico:
A.O.:- credo che tu piaccia molto alla signora del sushi, no?
Sommy (con inverosimile nonchalance e sorrisetto tra l'imbarazzo e il vacuo) :- a chi?... e chi è la signora del sushi?
BECCATO!
Non era una mia personalissima sensazione.

martedì 27 maggio 2008

Lino-terapia.















Come ogni volta in questo periodo, quando il caldo arriva e il corpo si scopre di più, comincio a pensare e a desiderare il lino. Che tessuto incredibile, che freschezza, che morbidezza. Comincia allora una ricerca compulsiva al tanto amato tessuto: per la tavola, per il letto, per il bagno etc. Curiosando nel sito www.purolino.it ho avuto la conferma delle sue proprietà, leggete un po':

" Rilassante.
E' stato scientificamente provato che fra le lenzuola di lino ci si addormenta più facilmente e ci si riposa meglio e più profondamente.

Salubre.

I suoi semi sono ricchi di omega 3, acidi grassi essenziali naturalmente contenuti in diversi alimenti, che aiutano l'organismo a proteggersi da diverse patologie.

Sano.
Il lino fa bene alla pelle poiché d'inverno protegge dal freddo e d'estate favorisce la traspirazione. Grazie alle sue proprietà anallergiche e antibatteriche è il tessuto ideale per confezionare lenzuola e biancheria per i più piccoli. Dal particolare effetto curativo viene anche utilizzato per curare le ferite e le bruciature.

Resistente.

Le sue caratteristiche strutturali lo rendono uno dei tessuti più resistenti al tempo e all'usura che non si deforma, non lascia residui e diventa sempre più morbido con il passare del tempo e i ripetuti lavaggi.

Igienico.
È anallergico, non irrita, le sue fibre non trattengono lo sporco né i residui di detersivo e di calcare e nemmeno quelli dell'acido urico e dell'ammoniaca, tanto abbondanti nella pipì dei nostri bambini beatamente incontinenti…

Ecologico
Rispetto a tutte le fibre tessili, il lino è la fibra che maggiormente rispetta l'ambiente. La sua coltivazione preserva il suolo, la trasformazione non nuoce all'ecosistema ed i prodotti che ne derivano sono biodegradabili."


















Lino-terapia per tutti...bancomat permettendocelo!

Il brunch dell'aiuola odorosa.

Come promesso nel post precedente, eccomi a presentarvi il menù del sabato trascorso con i miei in visita per la prima volta nella nuova casa. Per fortuna il tempo è stato dalla mia, sole e temperatura finalmente primaverile. Il giardino ha potuto dare il meglio di sé, certo le petunie bianche erano un po' inzuppate ma in compenso l'aiuola odorosa ha goduto appieno delle ultime - interminabili - piogge mostrando spighe di lavanda in fiore e nuovi peperoncini che stanno prendendo colore. Al pranzo ho preferito un brunch classico, dolce e salato insieme con bevande analcoliche e bollicine francesi.
Il risultato è stata una giornata rilassante e piacevole... e naturalmente odorosa!

Banana nut bread













Ricottine vaccine













Pancakes allo sciroppo d'acero













Insalata di pollo in maionese allo yogurt













Brioche con salmone, creamcheese e rucola









Spremuta d'arancia













Bouvet Ladubay - Rosé Excellence

mercoledì 21 maggio 2008

Indovina chi viene a pranzo?













Sabato prossimo avrò a pranzo i miei genitori che vengono per la prima volta nella casa dell'aiuola odorosa. Non sono preoccupata - come di solito mi rende l'idea di ricevere i miei - quanto piuttosto "impreparata". Gran parte di ciò che solitamente utilizzo per la mise en place, infatti, giace ancora nel mio appartamento: piatti e bicchieri, tovaglie e tovaglioli, zuppiere, posate, ciotole e quant'altro sono ancora in attesa che si concretizzi una promessa di trasloco fatta loro sette mesi fa.
Pazienza, dovrò arrangiarmi con quello che ho qui, ovvero: piatti piani senza i fondi, grandi taglieri che fungono da vassoi, tovaglioli di lino senza tovaglia e tante, tantissime posate d'argento diseguali per forma e grandezza. In fondo va bene così, il fatto di "utilizzare solo quello che c'è" renderà l'occasione più informale conferendole carattere "improvvisato" che a me personalmente risulta gradevolissimo.
Speravo, trattandosi del 24 maggio, di poter pranzare sotto il portico, alla vista del giardino, ma la visione dell'esterno di ieri (tende bagnate, pavimenti scivolosi, prato inzuppato) mi ha talmente demoralizzato che ho rimandato questa decisione a qualche ora prima del pranzo. Confido in un provvidenziale venerdì di sole.
E il menù? Vi aggiornerò...

lunedì 19 maggio 2008

Benvenuto Mirto.


















Sebbene il tempo lasci completamente a desiderare, ieri mi sono dedicata al giardino, sfidando i nuvoloni gonfi del mattino e godendo delle ore di sole del pomeriggio. Ho finalmente sistemato bastoni e tende sui bordi del portico, ho montato il nuovo tavolo, pulito i cespugli di rose, risistemato la rete metallica che Penelope ha distrutto giorni fa.
Ho comprato anche una pianta di mirto, cespugliosa, ma non ho fatto in tempo a travasarla nell'aiuola odorosa. Il mirto (Myrtus communis) è una arbustiva tipica della macchia mediterranea. Avvicinandogli il naso, in effetti, non regala profumo ma pare che allo sbocciare dei fiori sia tutta un'altra storia. Ricordo, inoltre, di aver assaggiato tempo fa una mozzarella campana intrecciata a rametti di mirto e di essere rimasta molto incuriosita dall'aroma particolare che il formaggio aveva assunto. Gli vengono riconosciute proprietà aromatiche e officinali: balsamico, antiffiammatorio, astringente e leggermente antisettico.
Nutriamo grandi aspettative nei suoi confronti, Myrtus... benvenuto nell'aiuola odorosa!