mercoledì 23 settembre 2009

Casa.



Casa. Dopo una giornata uggiosa, autunnale nel colore ma ancora carica di vapori estivi.
Casa. Dopo i tribolamenti quotidiani della sopravvivenza, i vari 'se', e i vari 'ma' ... propri e altrui.
Casa. Che mi accoglie silenziosa, vuota di persone ma non di anima.

Sono a casa, finalmente.

lunedì 21 settembre 2009

La sedia di Hugh.

A grande richiesta:




la sedia di Hugh Grant, alias William Tucker, nel film Notting Hill e ...




la sedia di aiuola odorosa, alias me, ne film della mia vita quotidiana :-D




domenica 20 settembre 2009

Non ci siamo già viste da qualche parte?


Oggi mi capita a tiro il buon vecchio FamilyCircle - Step by Step, Pancakes - Pikelets, Crepes & Waffles. Ancora me lo ricordo quando lo acquistai, in una libreria della grigia Sligo... perdindirindina, stiamo parlando del 1998.
Lo sfoglio sempre volentieri, le foto sono da perdere la testa, le ricette altrettanto, la presentazione mi regala sempre nuove idee, spunti, ispirazione. Ultimamente, però, devo averlo maneggiato con distrazione, perché non mi sono accorta di un fatto eccezionale.



Scivolando su pagine e ricette alla carlona, mi sono fermata di scatto su questa, be' ma, ...come dirvi,... con lo sguardo meravigliato, sbalestrato, imbambolato. Ma sì, io le conosco bene codeste porcellane, familiari più che mai, le ho già viste e riviste. Che sbadata, quasi non ci credo.



Sono loro, le modelle! Acquistate in otto, ma orfane di teiera, lattiera e zuccheriera, accompagnate solo da due piatti 'dessert'. Acquistate con perplessità, della serie 'che me ne faccio di un servizio da tè senza la teiera', ma amate da subito perché delicate nella forma, nel colore, nella decorazione.

Ve le presento, allora, in bella mostra:


Mi sento compiaciuta, oserei dire vanitosa, come quando ho intravisto la mia sedia, voglio dire stesso identico modello, sul set del film Notting Hill. Da allora, ogni volta che mi siedo, mi viene da pensare al fondo schiena di Hugh Grant... o forse ci pensavo già prima?!

Cambio e-mail.


aiuolaodorosa@gmail.com

:-D

sabato 19 settembre 2009

Marmellata di susine gialle e vanille de Tahiti.


Volevo proprio farla questa marmellata, perché le susine sono eccezionali: grandi e polpose. Per giunta donatemi direttamente dal produttore, che con grande orgoglio d'agricoltore mi ha porto la cassettina, sottotitolando il gesto con un "non verbale" che diceva chiaramente: di susine così non è hai assaggiato mai!




Ho seguito la ricetta di Paola :-D, ovvero:

- 1 kg di susine gialle
- 350 gr. di zucchero

Invece dell'anice stellato di cui, ahimé, ero sprovvista, ho aggiunto della vaniglia Tahiti. L'ultimo pezzetto a mia disposizione.




La sera prima ho tagliato a pezzetti le susine, le ho ricoperte di zucchero, ho mescolato e lasciato riposare - in luogo fresco - fino al mattino dopo. Ho poi passato la frutta zuccherata in una casseruola, portando ad ebollizione e, da quel momento, mescolando per 10 minuti. Di poi al setaccio, o passatutto, per togliere 'traccia di buccia' e ne è venuto un passato morbido e consistente.



Ho aggiunto la vaniglia e rimesso sul fuoco, riportato ad ebollizione e mescolato per altri 5 minuti. Ho riempito tre vasetti da 300 gr. (più o meno), precedentemente sterilizzati, li ho chiusi ermeticamente, capovolti e messi lì, i graziosi,... a raffeddare.





Un grazie a tutte voi per i suggerimenti.




martedì 15 settembre 2009

Su-si-ne.


Due chilogrammi a disposizione: urge ricetta per marmellatina veloce-veloce.
Che fate, la postate da me o da voi?

sabato 12 settembre 2009

I cieli di Otranto.



"Manfredi, principe di Otranto, aveva un figlio e una figlia: quest'ultima, una vergine di rara bellezza, aveva diciotto anni e si chiamava Matilda.




Corrado, il figlio, di tre anni più giovane, era un fanciullo pallido e malaticcio, di natura tutt'altro che promettente; eppure era il prediletto del principe, che non aveva mai mostrato alcun segno d'affetto per Matilda.



Manfredi aveva combinato per suo figlio un matrimonio con Isabella, figlia del marchese di Vicenza, la quale era già stata consegnata dai suoi tutori nelle mani di Manfredi, così che le nozze potessero venire celebrate non appena la salute cagionevole di Corrado lo avesse permesso.



L'impazienza di Manfredi riguardo alla cerimonia era stata notata dai familiari e dai vicini. I familiari, in verità, timorosi del carattere severo del principe, non osavano dar voce alle proprie supposizioni circa questa sua urgenza.



La moglie Ippolita, un'amabile gentildonna, si arrischiava a volte ad accennare ai pericoli di un così precopce matrimonio per il loro unico figlio, considerandone la giovane età e la debolezza del corpo; ma non ricevette mai altra risposta se non di biasimo per la sua stessa sterilità, poiché ella aveva dato al principe un solo erede.




Gli affittuari e i sudditi erano meno cauti nei ragionamenti: essi attribuivano queste nozze affrettate al terrore del principe di vedere compiuta un'antica profezia, che si diceva fosse stata pronunziata, ovvero

Che il castello e la signoria di Otranto sarebbero stati perduti dall'attuale famiglia,
allorché il vero padrone diverrà troppo grande per abitarvi.



Era difficile venire a capo di questa profezia, e ancor meno facile comprendere cosa avesse a che fare con il matrimonio in questione. Ma quei misteri, o contraddizioni, non impedirono al popolo di rimanere attaccato alle proprie credenze".

Horace Walpole, Il castello di Otranto.

domenica 6 settembre 2009

La mia domenica.



Questa domenica me ne resto a casa, perché voglio dedicarle tempo. Ma, sia chiaro, sebbene indaffarata, la domenica rimane pur sempre domenica.


La casa mi impegna, ma è bello vederla riprendere le sue forme, quelle della normalità, dopo un mese di bagagli preparati e disfatti, di arrivi e partenze, di disordine inevitabile e ignorato.

Le piante lasciano il balcone e tornano dentro, al loro solito posto, un occhio di riguardo alla polvere che sembra non voler abbandonare il campo, mobili e pavimenti vengono rinfrancati dalle cere, … e via dicendo. Un buon momento anche per quelle noiose sostituzioni: lampadine, batterie del telecomando, guarnizioni di questo e di quello. La manutenzione, ecco, teniamola presente.




Comunque, pranzare si deve pranzare, perché non sperimentare allora. Certo, senza impazzire, semplicemente con quello che abbiamo a disposizione: io ho optato per del maiale alla mostarda dolce, per esempio, … tanto per entrare nel “fall-feeling”.

Questa mostarda al miele merita, ve la consiglio.




Nel dopo pranzo c’è tempo per un film, ho noleggiato Revolutionary Road e lo metto su, e mi piace, molto. E penso a Papavero, chissà se l’ha visto, perché se adora I ponti di Madison County, di certo le piacerà Revolutionary Road. Condivido l’opinione di chi ravvede in questa Kate Winslet un talento alla Meryl Streep.



Il grosso è fatto. Verso le sei mi viene voglia di un tè e decido di prenderlo nello studio, che oggi, con questa luce di settembre, mi sembra più bello.




Mi metto alla scrivania per buttare giù una lista di ospiti e un’idea di menù per un piccolo party da organizzare, ma non mi va di concentrarmi, sarà la domenica? lascio perdere…



Tutta qui, la mia domenica in calzoncini!