Una domanda che mi pongo da qualche giorno, forse perché alle prese con il Diario di Etty.
Blog=Diario? Non credo si tratti proprio della stessa cosa, direi che è il destinatario delle nostre parole a fare la differenza.
Chi ha avuto un diario (e chi non l'ha avuto, almeno una volta nella vita) ha sempre confidato nella segretezza dei contenuti, per potersi abbandonare a mettere in parole un pensiero altrimenti incomunicabile, non perché scandaloso, intendiamoci, almeno non sempre, ma perché profondamente intimo, riservato, la cui rivelazione è concessa a noi stessi e solo a noi.
Nei diari si attua quella strana forma di terza dimensione, dove i pensieri si trasformano in parole, sì è vero, ma queste rimangono mute, silenziose, parole non parlate. E la parola non parlata non è ancora un fatto, se ne rimane lì, esiste con tutto il potenziale della sua fattibilità... ma non è ancora un fatto! Questa strana sospensione ci aiuta, facendoci 'prendere coscienza' e facendoci 'prendere tempo' sul destino di quelle parole non parlate.
A volte mi è sembrato di ritrovare questa dimensione nel blog, rare volte, in realtà. Solo quando non ho pensato che le 'parole non parlate' sarebbero state lette, e dunque agite da qualcuno che non fossi io.
Credo che il blog sia altro dal diario, un giornale forse: il foglio del dies. Una straordinaria forma di comunicazione che non esclude l'esercizio, nostro, a favore dell'introspezione ma che niente di più condivide con quel luogo unico, secretum, pieno di cancellature e correzioni, dove la vita (il cuore, la mente) parla, afferma e interroga veramente.
Blog=Diario? Non credo si tratti proprio della stessa cosa, direi che è il destinatario delle nostre parole a fare la differenza.
Chi ha avuto un diario (e chi non l'ha avuto, almeno una volta nella vita) ha sempre confidato nella segretezza dei contenuti, per potersi abbandonare a mettere in parole un pensiero altrimenti incomunicabile, non perché scandaloso, intendiamoci, almeno non sempre, ma perché profondamente intimo, riservato, la cui rivelazione è concessa a noi stessi e solo a noi.
Nei diari si attua quella strana forma di terza dimensione, dove i pensieri si trasformano in parole, sì è vero, ma queste rimangono mute, silenziose, parole non parlate. E la parola non parlata non è ancora un fatto, se ne rimane lì, esiste con tutto il potenziale della sua fattibilità... ma non è ancora un fatto! Questa strana sospensione ci aiuta, facendoci 'prendere coscienza' e facendoci 'prendere tempo' sul destino di quelle parole non parlate.
A volte mi è sembrato di ritrovare questa dimensione nel blog, rare volte, in realtà. Solo quando non ho pensato che le 'parole non parlate' sarebbero state lette, e dunque agite da qualcuno che non fossi io.
Credo che il blog sia altro dal diario, un giornale forse: il foglio del dies. Una straordinaria forma di comunicazione che non esclude l'esercizio, nostro, a favore dell'introspezione ma che niente di più condivide con quel luogo unico, secretum, pieno di cancellature e correzioni, dove la vita (il cuore, la mente) parla, afferma e interroga veramente.
6 commenti:
mi trovi pienamente d'accordo, una bellissima riflessione sull'uso del blog e del diario...complimenti!
un abbraccio
Ci penso a volte, perché Nina è diventata un mare tumultuoso di tutto questo. è il paradosso della mia coscienza, dove incontro persone che riconoscono quei pensieri miei come un diario aperto perché ritrovato per caso su una panchina- e dove rincontro chi pensavo di aver perso come un pensiero perso perché non scritto, o come dici tu parlato. diciamo tradotto. E ringrazio che Nina ci sia, non è blog non è diario,forse specchio.
mmm..chiaro eh?
ciao aiuoletta bellissima (e acuta..)
e grazie
condivido in pieno! Mi ero persa qalche tuo post ma questa tua riflessione batte tutti...
cara aiuola, come sempre condivido le tue considerazioni, io per anni da ragazzina ho avuto, amato e forse osannato il mio diario "segreto", pagine su pagine scritte fitte fitte con tanti disegni, sogni, progetti ... il blog non è un diario, hai ragione è indubbiamente un grande mezzo di comunicazione, mi ha permesso di ritrovare il piacere di ricamare e di fare tutti i miei lavoretti, nel tempo, nella solitudine delle mie serate avevo perso interesse nelle mie passioni ... ora grazie al blog ho trovato nuove amiche e nuovamente la passione per le mie fantasie.
un caro saluto
manuela
un diario pubblico!
che bellissimo esempio di ossimoro!
non è diario eppure è una specie di diario mediato, non riveliamo nè sveliamo gli echi profondi eppure capita a volte malgrado noi, capita come lapsus e come svista o come sottofondo transferale o come narcisismo esibitorio o come volontà sfidata (e sfidante!),
non è univoco il blog né la sua tentata interpretazione.. molti i segni e molti i significati,
di tutte noi anzi di quelle che a cuor mi stanno mi pare sia d'intuirli che di sognarli certi messaggi cifrati e tratti e precipitati di emozioni e quanti sfaccettati giochi di proiezioni!
bella avventura il blog, bella sortita, bell'affacciarsi (o ritrarsi) bel gioco e bell'essere ingaggiati e che felicità che ci siano alcuni riferimenti (emotivi) imprescindibili!
ciao...per me il mio blog è in realtà una sorta di diario si...ma non tanto perchè è confidenziale (non lo è in realtà) ma perchè è una cosa che mi accompagna giorno per giorno e dove posso mettere nero su bianco i miei pensieri... e per di più condividendoli con gli altri!
Laura
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