Non so voi, ma io ho un concetto di domenica vergognosamente ozioso e scansafatiche. I miei amici, infatti, mi ammoniscono puntualmente, muovendomi la critica del "... ma aiuola, avrai tempo per riposare". Io ci rifletto e mi chiedo "sì, ma quando?"
La verità è che mi piace tanto fare il ghiro la domenica, trovare cavità casalinghe in cui acciambellarmi: un angoletto del divano, la poltrona antidiluviana dello studio, persino il rimedio tappeto-cuscini può rivelarsi un cantuccio niente male.
Perciò, ieri, io e Sommy ce ne siamo rimasti a casa, in barba a probabili gite e itinerari.
Casa e giardino hanno richiesto due orette di attenzione, concesse con magnanimità, dopodiché ci siamo dedicati al pranzo.
Creiamo un menù? Certo.
A cui diamo anche un nome! Sicuro.
Benissimo, per la domenica nell'aiuola proponiamo il menù: arrivederci estate, benvenuto autunno.
Per salutare l'estate un antipasto che ho denominato
i ponti di Madison County:
verdure grigliate aromatizzate alla menta e peperoncino; spaccatella di pomodoro San Marzano al
fleur de sel de Guerande; formaggio feta con filo di olio all'aglio e pepe nero; pannocchietta al vapore passata in burro danese leggermente salato.
Per dare il benvenuto all'autunno la zuppa di legumi: orzo, farro, ceci, fagioli cannellini, lenticchie, piselli. I legumi, in miscela secca, sono stati messi a bagno la sera prima in acqua, con un pizzico di sale. Sono stati accolti da un soffritto di carote, cipolla, prezzemolo e guanciale, l'insieme poi sfumato con tre dita di vino lambrusco. Per favorire cremosità sono state aggiunte due piccole patate tagliate in tocchi, che andranno a consumarsi lentamente. A dieci minuti dalla fine della cottura sono stati "fatti odorosi" con alloro, rosmarino e timo freschi. Con le stesse erbe si è provveduto a decorare la zuppa in piatto.
Per rimanere neutrali e non lasciar trasparire preferenza alcuna rispetto all'una piuttosto che all'altra stagione, la terza portata è stata un evergreen, un passepartout, un super partes: bistecca fiorentina. "Massaggiata" con filo di olio extra vergine d'oliva, fleur de sel e pepe nero, di poi cotta su strumento testo in ghisa, che Sommy ha avuto cura di mettere su fiamma 30' prima. Cottura al sangue: 2' da un lato e 3' dall'altro. Come vedrete non v'é traccia visiva del risultato, poiché la concentrazione sulla terza portata non ci ha consentito distrazioni di sorta.
In abbinamento:
San Medìn 2004 - 25° anniversario. Miguel Torres. Chile.
Dessert non servito... In sua vece tutta la gradevolezza di un pomeriggio domestico e tranquillo.
Nota: Sommy mi costringe a mettere nero su bianco il suo dissociarsi dalla pubblicazione dell'ultima foto, laddove l'inedita opacità del ballon, rivelata dalla luce sullo sfondo, è condizione per lui inaccettabile.
hi hi hi ... ;D