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Ho sempre una strana reazione quando in casa vengono effettuati lavori extra. Quest'oggi, per esempio, ho avuto l'idraulico, venuto per verificare una perdita su una parete del bagno. Il fatto strano è che quando sono uscita di casa per andare a lavoro - affidando il 'salvatore' alle mani di Sommy - lo scarico del water (e mi scuserete la prosaicità dell'argomento) funzionava, al mio ritorno, ovvero a seguito dell'intervento di altissima idraulica applicata, lo stesso scarico non funzionava più. Sommy fuori, nessuno a cui chiedere.
Ho sentito una piccola fitta nella meninge destra a seguito della quale mi sono detta 'calma'. Ho preso la scala, ho tolto il coperchio della cassettina e mi sono accorta che dentro era pieno di calce, e sono stata circa quaranta minuti a pulire gli ingranaggi del sifone da pietruzze e polvere che impedivano il corretto funzionamento dello strumento sciacquone.
Carica - scarica - carica - scarica:
maledetto - carica - canaglia - scarica - lestofante - carica - approssimazione - scarica.
Il rientro a casa dal lavoro, con il plus della dinamica appena descritta non consente, in maniera assoluta, un avvicinamento ai fornelli. Pertanto la reazione di cui vi parlavo è stata di assoluto isolamento, di fuga totale dalla realtà, di immersione completa nel libro di David, nella descrizione esemplare dei signori Schoenweiss. Spero con tutto il cuore che riusciate a leggerla dalla foto.
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Ve la scrivo:
'Se volete vedere degli ottantenni che magari io e voi ci arrivassimo così bene, guardate i genitori di Sophie. Il dottor Otto Schoenweiss e consorte. Il dottor Schoenweiss, dentista in pensione alto, dritto e in carne come un albero ben piantato, i folti capelli bianchi pettinati indietro a sormontare una faccia da uccello da preda di dimensioni maestose, con occhi che hanno visto il dolore e il declino nella bocca degli uomini e conoscono poco la paura e meno ancora la pietà. E' un uomo la cui bellezza di uomo è pari alla dignità e all'eleganza. Il suo bavero sembra sempre reclamare un garofano. E la bellezza della signora Schoenweiss consiste nell'essere ben conservata, e fa più effetto a ottantadue che a quarantadue anni perché che ci crediate o no è rimasta più o meno uguale. Fisicamente fredda e dura fin dalla nascita, è invecchiata protetta come una mosca nell'ambra, l'interno vistosamente immune al tempo mentre solo l'involucro traslucido diventava via via più duro e friabile e forse un po' meno trasparente. I capelli neri duri e vaporosi che non cambiano forma dai tempi di Eisenhower, l'età del viso una questione non tanto di rughe quanto di rigidezza, il corpo sottile, spigoloso e coriaceo che a sbatterci la mano ti faresti male, le unghie di un rosso violento e simili ad artigli che ben si combinano con i suddetti maestosi tratti da uccello del marito dentista. Non un solo tremito nelle mani dei due Schoenweiss.'
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Intanto fagocito le ultime Ciambelline al vino delle Sorelle Nurzia. Che nessuno mi distolga, per carità, dal mio terapeutico isolamento.