martedì 23 marzo 2010

Otto Schoenweiss e consorte.


Ho sempre una strana reazione quando in casa vengono effettuati lavori extra. Quest'oggi, per esempio, ho avuto l'idraulico, venuto per verificare una perdita su una parete del bagno. Il fatto strano è che quando sono uscita di casa per andare a lavoro - affidando il 'salvatore' alle mani di Sommy - lo scarico del water (e mi scuserete la prosaicità dell'argomento) funzionava, al mio ritorno, ovvero a seguito dell'intervento di altissima idraulica applicata, lo stesso scarico non funzionava più. Sommy fuori, nessuno a cui chiedere.

Ho sentito una piccola fitta nella meninge destra a seguito della quale mi sono detta 'calma'. Ho preso la scala, ho tolto il coperchio della cassettina e mi sono accorta che dentro era pieno di calce, e sono stata circa quaranta minuti a pulire gli ingranaggi del sifone da pietruzze e polvere che impedivano il corretto funzionamento dello strumento sciacquone.
Carica - scarica - carica - scarica:
maledetto - carica - canaglia - scarica - lestofante - carica - approssimazione - scarica.

Il rientro a casa dal lavoro, con il plus della dinamica appena descritta non consente, in maniera assoluta, un avvicinamento ai fornelli. Pertanto la reazione di cui vi parlavo è stata di assoluto isolamento, di fuga totale dalla realtà, di immersione completa nel libro di David, nella descrizione esemplare dei signori Schoenweiss. Spero con tutto il cuore che riusciate a leggerla dalla foto.


Ve la scrivo:

'Se volete vedere degli ottantenni che magari io e voi ci arrivassimo così bene, guardate i genitori di Sophie. Il dottor Otto Schoenweiss e consorte. Il dottor Schoenweiss, dentista in pensione alto, dritto e in carne come un albero ben piantato, i folti capelli bianchi pettinati indietro a sormontare una faccia da uccello da preda di dimensioni maestose, con occhi che hanno visto il dolore e il declino nella bocca degli uomini e conoscono poco la paura e meno ancora la pietà. E' un uomo la cui bellezza di uomo è pari alla dignità e all'eleganza. Il suo bavero sembra sempre reclamare un garofano. E la bellezza della signora Schoenweiss consiste nell'essere ben conservata, e fa più effetto a ottantadue che a quarantadue anni perché che ci crediate o no è rimasta più o meno uguale. Fisicamente fredda e dura fin dalla nascita, è invecchiata protetta come una mosca nell'ambra, l'interno vistosamente immune al tempo mentre solo l'involucro traslucido diventava via via più duro e friabile e forse un po' meno trasparente. I capelli neri duri e vaporosi che non cambiano forma dai tempi di Eisenhower, l'età del viso una questione non tanto di rughe quanto di rigidezza, il corpo sottile, spigoloso e coriaceo che a sbatterci la mano ti faresti male, le unghie di un rosso violento e simili ad artigli che ben si combinano con i suddetti maestosi tratti da uccello del marito dentista. Non un solo tremito nelle mani dei due Schoenweiss.'




Intanto fagocito le ultime Ciambelline al vino delle Sorelle Nurzia. Che nessuno mi distolga, per carità, dal mio terapeutico isolamento.


3 commenti:

papavero di campo ha detto...

ciambelline al vino buone! per buona compagnia
anche quelle all'anice, anche i biscotti al latte
anche... pudore ha detto stop!

tania ha detto...

Buona Pasqua!
Mary

.O ha detto...

Certo il titolo del libro contribuisce quantomeno ad acqui-sire un punto di vista ironico sulle prosaiche attività di cui sei stata protagonista tuo malgrado. Anche quella, dopo tutto, è acqua. Piacere!!!